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L’olio d’oliva fa bene ai diabetici, tutto merito dell’oleuropeina
Scoperto da ricercatori italiani il motivo per cui condire i cibi con olio extravergine d’oliva aiuta a ridurre i picchi di glicemia dopo i pasti
È un caposaldo della dieta mediterranea e da tempo gli studi scientifici ne lodano le tante, a volte inattese proprietà salutari. L’olio extravergine d’oliva è uno dei migliori alleati di salute e ora si scopre che la sua capacità di tenere bassi i picchi di glicemia dopo i pasti, utile a chiunque, ma soprattutto ai diabetici che con l’eccesso di glucosio nel sangue devono fare continuamente i conti, dipende da una piccola molecola, l’oleuropeina.
Studio su volontari
A scoprirlo è stato Francesco Violi del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche dell’Università La Sapienza di Roma, grazie a una ricerca condotta su un gruppo di volontari sani che durante un pasto tipico della dieta mediterranea hanno assunto 20 milligrammi di oleuropeina o un placebo. Dopo due ore dal pranzo la glicemia era bassa soltanto in chi aveva preso la molecola, normalmente contenuta in olive e foglie d’olivo, quindi anche nell’olio; i valori erano peraltro del tutto identici a quelli prima del pasto, a indicare che la molecola evita gli sbalzi di glicemia che dopo mangiato sono molto spiccati, soprattutto nei diabetici, e contribuiscono a un’altalena degli zuccheri nel sangue che compromette la salute dei vasi. «In una precedente indagine abbiamo dimostrato che 10 grammi di olio extravergine d’oliva ai pasti riducono di 20 mg/dl la glicemia post-prandiale – spiega Violi -. Dalla ricerca era emerso che l’extravergine di oliva si comporta come un antidiabetico con un meccanismo simile ai farmaci di nuova generazione, cioè le incretine, ormoni prodotti a livello gastrointestinale che riducono la glicemia nel sangue. L’olio extravergine di oliva aumenta le incretine in circolo, ma non era stata ancora individuata la componente responsabile di questo benefico effetto».
Molecola utile
Il nuovo studio, pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, individua in uno specifico composto, l’oleuropeina, la causa del miglioramento della glicemia correlato al consumo di olio. Un dato incoraggiante perché i picchi di zucchero nel sangue dopo i pasti sono molto rischiosi: stimolano infatti la produzione dell’insulina e questo a lungo andare può favorire la comparsa del diabete in chi è predisposto, per cui l’olio è anche un ottimo strumento di prevenzione della malattia. In chi già ne soffre l’effetto è ugualmente prezioso, come osserva Violi: «Numerosi studi hanno dimostrato per esempio che i picchi di glucosio e colesterolo dopo i pasti sono potenzialmente dannosi nei pazienti a rischio di complicanze aterosclerotiche come i diabetici; ridurne l’entità potrebbe pertanto dare notevoli vantaggi nella cura dell’arteriosclerosi e delle sue complicanze come infarto e ictus».