COME SI CLASSIFICANO GLI OLI DI OLIVA?
L’olio di oliva è il succo ottenuto dalla spremitura del frutto dell’olivo (Olea europaea), mediante processi meccanici (pressione delle olive) o altri processi fisici (lavaggio, decantazione, centrifugazione e filtrazione), in condizioni termiche controllate.
Questo prodotto naturale è uno dei simboli della tradizione gastronomica del nostro Paese, oltre che un’autentica icona della dieta mediterranea. Per tutelarne la qualità, ogni lotto di olio prodotto e venduto in Europa deve rispettare rigorosi parametri, stabiliti dalla Comunità Europea (tramite il Regolamento 2568/91 e le sue successive modifiche). Questi parametri si traducono in una classificazione commerciale degli oli di oliva, che ti aiuterà a comprendere meglio le etichette e a orientarti in modo più consapevole nella scelta di quale olio mettere in tavola.
Passiamo in rassegna tutte le tipologie di olio di oliva riconosciute dalla Comunità Europea, soffermandoci sulle caratteristiche distintive di ognuna.
La Comunità Europea classifica l’olio di oliva in base a tre elementi: il tipo di estrazione con cui l’olio è stato ottenuto, la sua composizione, tra cui la percentuale di acidità libera (un parametro misurato tramite l’analisi chimica) e l’analisi organolettica.
La classificazione degli oli di oliva
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Olio di oliva vergine
- Olio di oliva extra vergine
- Olio di oliva vergine
- Olio di oliva lampante
- Olio di oliva raffinato
- Olio di oliva composto da oli di oliva vergini
- Olio di oliva di sansa greggio
- Olio di oliva di sansa raffinato
- Olio di sansa di oliva
1. Olio di oliva vergine
Si definisce così l’olio ottenuto dalla spremitura delle olive mediante processi esclusivamente meccanici, in condizioni che ne prevengano qualunque tipo di alterazione. Cosa significa, in parole semplici? Che per essere classificato come tale, quest’olio non deve subire alcun trattamento, oltre al lavaggio, alla decantazione, alla centrifugazione e alla filtrazione.
A loro volta, gli oli di oliva vergini vengono classificati in base alla loro acidità libera: si tratta di un valore espresso in percentuale di acido oleico, che è il tipo di acido grasso prevalente nell’olio di oliva. Questi acidi sono normalmente presenti nei trigliceridi che costituiscono le materie grasse formando una catena, ma, a causa di diversi fattori, possono allontanarsi e rimanere liberi nella materia grassa.
L’aumento dell’acidità libera (che può verificarsi sia nell’oliva sia nell’olio) determina una serie di modificazioni che portano alla formazione di componenti, causando un peggioramento delle caratteristiche organolettiche dell’olio.
Inferiore è l’acidità libera di un olio vergine, superiore è la sua qualità.
Ecco la classificazione merceologica degli oli di oliva vergini:
- OLIO DI OLIVA EXTRA VERGINE
È l’olio di oliva vergine con caratteristiche organolettiche superiori, privo di difetti, con acidità libera, espressa in acido oleico, che non supera gli 0,8 grammi per 100 g (≤ 0,8%). - OLIO DI OLIVA VERGINE
È un olio di oliva vergine caratterizzato da un’acidità libera, espressa in acido oleico, che non supera i 2 grammi su 100 g (≤ 2%). - OLIO DI OLIVA LAMPANTE
Olio di oliva vergine non vendibile al dettaglio, caratterizzato da difetti organolettici e un’acidità libera elevata che, espressa in acido oleico, è superiore a 2 grammi per 100 g (> 2,0%).
Gli oli “vergini lampanti” sono chiamati così perché in passato erano utilizzati per alimentare le lampade a olio. Questo tipo di olio contiene molte componenti naturali preziose per la nostra salute (acidi essenziali, vitamine, agenti anti ossidanti), ma per poter essere consumato deve essere sottoposto al processo di raffinazione che ne abbassi i livelli di acidità libera ed elimini le componenti aromatiche e di colore sgradevoli, senza determinare altri cambiamenti alla sua struttura.
2. Olio di oliva raffinato
Si tratta dell’olio ottenuto dalla raffinazione dell’olio di oliva vergine. Questo processo industriale riduce l’acidità dell’olio ed elimina le sostanze ossidate. Il suo tenore di acidità libera, espresso in acido oleico, non supera il valore di 0,3 grammi per 100 g.
Dopo la raffinazione, l’olio di oliva si presenta all’assaggio come una materia grassa priva di difetti; prima di poter essere confezionato deve essere miscelato in modo calibrato con un olio extra vergine o un olio vergine di oliva, che gli conferisca colore e sapore.
3. Olio di oliva
È un composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini. Nello specifico, si ottiene dal taglio di olio di oliva raffinato con olio di oliva vergine o extra vergine, con un tenore di acidità libera, espresso in acido oleico, non superiore a 1 grammo per 100 g.
La legge non stabilisce la percentuale minima di olio vergine o extra vergine da unire al raffinato: normalmente, il taglio medio è nell’ordine del 5-8%, ma i migliori produttori preferiscono spingersi fino al 30%, utilizzando unicamente oli extra vergini che rendano ancor più gradito al palato e nutrizionalmente perfetto il loro “olio di oliva”.
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